Chiostri

Il chiostro della “porteria” occupa parte del palazzo Seripando, prima acquisizione dei padri. Realizzato tra l’ultimo decennio del ‘500 e gli inizi del ‘600, fu progettato da Giovanni Antonio Dosio, in collaborazione con Dioniso Nencioni di Bartolomeo.

L’impianto presenta una pianta quadrata, archi a tutto sesto e colonne in marmo bardiglio di reimpiego: documenti antichi attestano che l’architetto Bartolomeo Nencioni si recò, nel 1596, a Pozzuoli per il recupero di colonne d’epoca romana. Gli ambulacri interni presentano volte a vela.

Una Madonna della Vallicella in bassorilievo, collocata di fronte all’accesso al chiostro, sovrasta la struttura. Un antico pozzo è collegato all’acquedotto sotterraneo d’epoca romana.

Il pavimento è composto da mattonelle in cotto alternate a mattonelle in maiolica; queste ultime presentano un disegno della stella a otto punte, simbolo mariano. Un’unica mattonella, collocata all’ingresso, si distingue dalle altre perché è decorata con il simbolo della croce di Malta.

Il chiostro detto “degli aranci” fu realizzato entro la prima metà del XVII secolo, ad opera degli architetti Dionisio Nencioni di Bartolomeo e Dionisio Lazzari.
L’aranceto che dà il nome al chiostro occupa un livello più basso rispetto al portico che lo circonda e vi si accede da due rampe di scale collocate lungo due dei quattro lati.
Archi monumentali intervallati da lesene e capitelli incorniciano il giardino. Le cornici e le finestre che sovrastano gli archi, in piperno grigio, creano un armonioso distacco rispetto al bianco che caratterizza le pareti.