“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va a la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non eterne, e io eterna duro.
Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.”
Dante, Divina Commedia, Inferno, canto III, vv. 1-9 (ms. CF 2.16, c. 6r, cd. Codice Filippino).
Dante e Virgilio di fronte alle porte dell’Inferno. I due poeti ne varcano le soglie.
Miniature di scuola napoletana con glosse, sec. XIV.
Il 25 marzo 2021, in occasione della giornata nazionale Dantedì dedicata a Dante Alighieri e del settecentesimo anniversario della sua morte, la Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini inaugura sui suoi profili istituzionali un percorso attraverso le immagini della Divina Commedia del cosiddetto Codice Filippino, databile al sesto decennio del sec. XIV.
Il codice, in pergamena, è stato concepito, scritto ed illustrato a Napoli ed è arricchito da 146 miniature; è corredato da chiose, annotazioni a margine o a piè di pagina, che chiariscono il significato di un passo o di una parola del testo.
Attraverso le miniature e le chiose si può rivivere il contesto culturale, artistico, politico e intellettuale della Napoli angioina.